Quinto Airola è stato definito "Il figlio dell'officina", per una sorta di colloquio che l'artista di Mathi porta attraverso i rottami di ferro, resti di ogni genere, legno, dimenticati in un angolo ormai inutili, ma anche mate­riale tagliato secondo idee compositive.

Sfilano sul palcoscenico allestito da Airola molteplici sensazioni e momenti: umorismo, libertà, vita, guerra, famiglia, lavoro, arte, natura e animali. Costruzioni che diventano mezzo interpretativo, genialità che va oltre alla forma per spostarla verso addendi simbolistici. Guardiamo per esempio "Donna nuda con dama dell'E­sercito della salvezza", non si può non sorridere ma anche pensare a questo contrasto, non c'è nulla di irriverente, i personaggi posseggono un'attrattiva stu­pefacente. Poi "Gruppo di famiglia", madre e padre teneramente abbracciati e con per mano il figlioletto. Ferro, è vero, ma l'evidenza dell'assieme porta ad an­dare oltre la materia. Ironia e polemica in "Istituto di bellezza", profonda indagine nel mondo della donna rilevata grottescamente e con sottile polemica. Ferro ancora, bronzo, ottone e rame, sono la vitalità de `7 ballerini" esemplarmente mobili, mentre `7l generale" ricorda poteri presi culturalmente in giro, come si rileva pure in "Ufficiale con signora" grotteschi e pure affa­scinanti.

Lirico invece "Madre con bimbo" sottile silouette pro­tesa verso l'alto. Aggiungiamo ancora "La bomba" con il piccolo uomo che abbandona la mano sui rottami deflagrati.

Lungo sarebbe passare in rassegna tutte le opere di Quinto Airola nella mostra che si inaugura nei locali del Circolo degli Artisti di Lanzo, ci limitiamo ad una rifles­sione: di fronte al caotico uso che si fa dell' "arte pove­ra", almeno Airola propone composizioni che offrono sintetiche espressioni di esistenza, soprattutto è riuscito a dare vitalità all' "inutile" con una ricerca di momenti e di percepibilità nelle figure che stanno a riassumere i

nostri difetti, le tare della società, la poesia della fami­glia, senza strafare e non nascondendo i contenuti in aree da decifrare con difficoltà. Qualunque sia il tema sempre affiora l'umorismo ed è un modo simpatico per essere personale e per porgere pezzi di umanità rico­struita a nuova esistenza.

 

Vittorio Bottino